Storico
e tipico abito della piana lametina, dove si è differenziato per la presenza di
un elemento in più:la coda. L’abito è ricco di dettagli e particolari negli
accessori e finiture, di cui le prime tracce documentali si possono trovare nel
XVII secolo. Elementi caratteristici e inconfondibili risultano essere la
lunga, decorata e colorata gonna, un busto arabescato in velluto di color nero
e maniche bianche ampie, spesso a trequarti.
Veniva
fatto indossare, e realizzare, alle ragazze al raggiungimento del 15esimo o
16esimo anno di età: simbolo di passaggio dall'adolescenza "all'età da
marito". Corredato dal regalo, da parte della madre, di preziosi e alcuni
gioielli come boccule, iannacche e berlocchi.
Ma
cosa vuol dire il termine "Pacchiana"? Secondo
molti autorevoli glottologi e linguisti il termine discenderebbe dal greco e
individuerebbe una giovane contadina calabrese formosa e, per l'appunto, con indosso
questo caratteristico e quotidiano, all'epoca, abito da donna.
La
coda della pacchiana lametina: cos'è? La coda, 'a cuda,
fadiglia o gunnella’ in dialetto, è un'imponente (raggiunge dimensioni
notevoli, si impiegano più di 10 metri di stoffa) e raffinata gonna a pieghe
blu o verde, nera in caso di lutto. Sul davanti "normale", sul retro,
sul girovita, annodata secondo un preciso rituale e in modo tale da formare,
per l'appunto, la sofisticata coda posteriore. Si teneva sempre annodata e veniva
sciolta solo durante le processioni e i funerali, quando si entrava in chiesa o
comunque in compagnia di altre donne.
Curiosità
sulla Pacchiana. Alla pacchiana, oltre alle tipiche
cartoline e alle stampe, è stato anche dedicato un apposito francobollo, di una
certa rarità, nel 2011.
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