Sette
erano i pezzi caratterizzanti l’abito da pacchiana:
“a
cammisa janca longa”, una camicia di tela equivalente all’attuale sottoveste;
“u cursè”, corsetto munito di stecche rigide;
“u pannu” che lascia intravedere dall’orlo “a cammisa”;
“a cammigetta” (camicetta di cotone, ma se elegante è di pizzo o velluto);
“a gunneddra” (gonna riccia o plissettata);
“u mantisinu” (grembiule, se elegante è di seta) che ricopre la “gunneddra”;
quest’ultima veniva portata in modo da formare posteriormente una grossa coda; la parte anteriore veniva raccolta all’altezza della vita e ripiegata all’indietro con un nodo che ne formava la coda. Infine “u mannile”, striscia di stoffa che ricopriva la testa scendendo lungo il dorso fino alla vita.
“u cursè”, corsetto munito di stecche rigide;
“u pannu” che lascia intravedere dall’orlo “a cammisa”;
“a cammigetta” (camicetta di cotone, ma se elegante è di pizzo o velluto);
“a gunneddra” (gonna riccia o plissettata);
“u mantisinu” (grembiule, se elegante è di seta) che ricopre la “gunneddra”;
quest’ultima veniva portata in modo da formare posteriormente una grossa coda; la parte anteriore veniva raccolta all’altezza della vita e ripiegata all’indietro con un nodo che ne formava la coda. Infine “u mannile”, striscia di stoffa che ricopriva la testa scendendo lungo il dorso fino alla vita.
I
tipi di stoffa con cui venivano realizzate le varie parti variavano comunque a
seconda delle possibilità economiche, mentre i colori erano selezionati in modo
da rappresentare lo stato civile della donna (verde=nubile; rosso=coniugate; nero=vedova).
Per approfondimenti riguardo i vari materiali e i vari significati che essi assumevano nelle altre zone in cui l'abito era diffuso rimando al link: http://www.lameziastorica.it/artimestieri.html.